Andamento del mercato immobiliare post-Covid: che case scelgono gli italiani?
Come si sta riprendendo il comparto immobiliare post epidemia da Covid-19 e come hanno reagito i consumatori? Gli italiani hanno oggi esigenze diverse in tema di casa: questo è un dato forte che è emerso dalle prime analisi sul settore dell’abitare nel nostro Paese.
Se piano piano le compravendite stanno tornando a muoversi, dopo il difficile periodo del lockdown che ha bloccato in gran parte il mercato, e gli affitti stanno avendo un trend in positivo, ciò che interessa sottolineare è come sono cambiati i modi di vivere la casa.
Prima della pandemia, infatti, leggevamo articoli in cui i bilocali sembravano essere la soluzione prescelta, spesso in zone centrali e senza grande attenzione agli spazi accessori dell’abitazione.
Lo stop forzato, che ha visto i single costretti in monolocali soffocanti senza alcuno spazio per lo svago e famiglie numerose intrappolate in appartamenti senza terrazzi o giardini, ha reso chiara la necessità di smettere di vedere la propria casa solo come un “dormitorio” per la notte.
Più spazio soprattutto fuori casa
Abitare la casa al meglio e scegliere bene la zona della propria città più indicata per le proprie esigenze di vita, di famiglia e di lavoro: sono scelte complesse ma essenziali.
Oggi, infatti, il nuovo mercato tende a preferire i trilocali e la presenza di un balcone, un terrazzo o un piccolo giardino, anche condominiale e comune, diventa un plus non indifferente.
Il locale in più ha due destinazioni d’uso altrettanto importanti: per molti diventa uno studio, un vero luogo di lavoro casalingo, ora che lo smart working è diventato una modalità lavorativa sdoganata. Per altri, invece, la volontà è quella di fornire i figli di una cameretta tutta per sé, invece di costringere bambini e ragazzi – magari di età differente – a convivere nello stesso ambiente.
Sì anche ai quartieri meno centrali ma nel verde
E non solo cambia il modo di scegliere gli spazi della casa, cambia anche il rapporto con le diverse aree della città: a Milano, città di uffici, terziario e servizi, il centro e le zone limitrofe al centro erano privilegiate da chi si recava ogni giorno nella propria sede e non voleva percorrere lunghe distanze con i mezzi o con l’auto.
Oggi, sempre a causa del lavoro agile, questa necessità viene meno: poter lavorare da remoto implica – per molti – la libertà di potersi spostarsi anche in quei quartieri più decentrati, fuori dal contesto urbano, magari più lontano dal cuore della città ma anche più verdi e a misura d’uomo.